Come vincere con l'ansia all'esame. Lo Student Coaching come soluzione
- Emmanuel Giovanni Pagano
- 27 dic 2023
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 17 mag

L'ansia da esame è una potente alleata del successo: quando la si sa gestire.
A chi, infatti, almeno una volta nella propria vita non sarà mai capitato di arrivare all’esame con un’eccessiva ansia da prestazione oppure di non riuscire ad esprimersi, di fronte al Professore, come avrebbe desiderato?
Come affermano le neuroscienze, in accordo con i premi Nobel per l’economia, due psicologi, Daniel Kanheman e Richard Thaler, circa l’80% delle decisioni che prendiamo quotidianamente avvengono su base emotiva e non su base razionale.
Tali studi aprono uno scenario particolare: se la scienza ci dimostra che la maggior parte delle decisioni viene presa su base emotiva, come il lettore può ben comprendere, è necessario che ciascuno di noi impari a gestire (e non subire) le proprie emozioni di base. Ciò necessita di un lavoro che passa prima attraverso il sentire (cambiamento) e soltanto dopo attraverso il capire (apprendimento). Infatti, su tali percezioni o emozioni primarie ognuno costruisce la propria "realtà".
Saper applicare tecniche evolute di gestione delle emozioni è utile sia all'università sia soprattutto nella propria vita.
L' ANSIA DA ESAME UNIVERSITARIO
Oggi si definisce e si offre una tra le soluzioni a un problema: l’ansia da esame universitario. Essa è la naturale risposta di attivazione del soggetto a una sensazione di minaccia, il referente psicofisiologico dell'emozione primaria paura.
L’ansia da esame universitario può essere considerata il prototipo di una tipologia di paura: quella di esporsi in pubblico.
La peggiore fantasia è la tecnica strategica d’elezione per l’ansia da esame, da interrogazione e più in generale per l’ansia da esposizione sociale.[1]
La tecnica della peggiore fantasia
Lo student coach chiede allo studente ogni giorno di mettere in pratica tale tecnica elettiva per la maggior parte delle paure: “Vorrei che ogni giorno, da qui a quando ci rivedremo, prima o dopo pranzo, ritagli mezz’ora di tempo per eseguire un compito. Vorrei che si mettesse comodo in una stanza dove nessuno la disturberà, prendesse una sveglia e la puntasse a mezz’ora più tardi. E in quella mezz’ora dovrà sforzarsi di portare alla mente volontariamente e deliberatamente tutte le peggiori fantasie rispetto alle sue paure: si immagini di parlare davanti a un gruppo di colleghi o a una conferenza, di bloccarsi, di arrossire, che tutti ridano di lei e della sua incapacità, e così via. Per tutta la mezz’ora deve cercare di immaginare concretamente tutte le situazioni per lei più ansiogene rispetto al suo problema. Quando suona la sveglia – STOP – finisce tutto. Stacca la sveglia e riprende la sua usuale giornata”.
La tecnica consiste nel rendere volontario un sintomo che è per sua natura spontaneo; infatti, tanto più lo studente ricerca volontariamente tale sintomo, tanto meno ci riuscirà. Si creerà il così detto "effetto paradosso" e gli effetti il più delle volte sono divertenti.
Evocare le peggiori fantasie si traduce in scenari improbabili rendendo la reale situazione d’esame più sostenibile: lo studente, in tal modo, ridimensiona i propri timori oppure si rende conto che affrontare l'esame orale o l'interrogazione non è poi così impossibile.
Affinché la tecnica possa generare durante il viaggio gli effetti desiderati, è importante che venga applicata soltanto se prescritta durante la sessione dallo Student Coach al quale ci si è affidati. La tecnica deve essere riprodotta dal cliente mezz’ora al giorno per almeno due settimane, e deve essere comunicata dal coach in modo chiaro e altamente suggestivo.
L’obiettivo è quello di evocare volontariamente ciò che spaventa per annullarlo in modo paradossale; lo stratagemma utilizzato è quello dello “spegnere il fuoco aggiungendo la legna”.
In questo modo la paura non viene cancellata ma indirizzata verso il cambiamento fino a trasformarsi in coraggio.
Lo Student Coaching Strategico per vincere con l'ansia all'esame
Interventi mirati di student Coaching Strategico o di Psicoterapia Breve Strategica elevano la qualità della vita dello studente, intesa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “la percezione che gli individui hanno della loro posizione nella vita nel contesto della cultura e dei sistemi di valori in cui vivono e in relazione ai loro obiettivi, aspettative, standard e preoccupazioni”, ristrutturandone le percezioni.
È proprio il coach (in ambito performativo o organizzativo) o lo psicoterapeuta (in ambito clinico) che ha il compito di orientare la persona affinché possa percepire la paura (e l'annessa ansia) da amica piuttosto che da nemica.
Come avevano inciso gli antichi sumeri su una tavola: “La paura guardata in faccia si trasforma in coraggio. La paura evitata diventa timor panico”.
Emmanuel Pagano
[1] Tale tecnica fu inventata da Wiktor Frankl col termine di “intenzione paradossale” e fu successivamente sviluppata dalla scuola di Palo Alto negli anni Sessanta e Settanta.
Bibliografia e sitografia
Bartoletti, Alessandro, Lo studente strategico. Come risolvere rapidamente i problemi di studio, Milano, Ponte alle Grazie, 2013.
Kahneman, Daniel, Thinking, Fast and Slow, U.K., Penguin Books, 2011.
Milanese, Roberta – Mordazzi, Paolo, Coaching strategico. Trasformare i limiti in risorse, Milano, Ponte alle Grazie, 2007.
Nardone, Giorgio, La nobile arte della persuasione. La magia delle parole e dei gesti, Milano, Ponte alle Grazie, 2015.
Nardone, Giorgio, La paura delle decisioni. Come costruire il coraggio di scegliere per sé e per gli altri, Milano, Ponte alle Grazie, 2015.
Nardone, Giorgio – Milanese, Roberta, Il cambiamento strategico. Come far cambiare alle persone il loro sentire e il loro agire, Milano, Ponte alle Grazie, 2018.
Nardone, Giorgio – Tani, Simone, Psicoeconomia: gestire fallimenti, realizzare successi, Milano, Garzanti, 2017.
Thaler, Richard H. - Sunstein, Cass R., Nudge. Improving Decision About Health, Wealth and Happiness, London, Penguin Books, 2008.
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