“L’uomo non ha una natura ma una storia. L’uomo non è altro che un dramma. La sua vita è qualcosa da scegliere da costruire mentre procede. L’essere umani consiste in quella scelta e in quella inventiva. Ogni essere umano è il romanziere di se stesso, e sebbene possa scegliere tra essere uno scrittore originale o uno che copia, non può evitare di scegliere. È condannato a essere libero”
José Ortega y Gasset
A chi almeno una volta nella propria vita non sarà mai capitato di arrivare all’esame con un’eccessiva ansia da prestazione o di non riuscire a dire, di fronte al Professore, ciò che avrebbe voluto dire?
Come affermano le neuroscienze, in accordo con i premi Nobel per l’economia, due psicologi, Daniel Kanheman e Richard Thaler, circa l’80% delle decisioni che prendiamo quotidianamente avvengono su base emotiva e non su base razionale.
Tali studi aprono uno scenario particolare: se la scienza ci dimostra che la maggior parte delle decisioni viene presa su base emotiva, allora è necessario che ciascuno di noi impari a gestire (e non subire) le proprie emozioni di base. Ciò necessita di un lungo lavoro che passa prima attraverso il sentire (cambiamento) e soltanto dopo attraverso il capire (apprendimento), proprio come quello di un giovane entusiasta che si affaccia al mondo delle arti marziali. Infatti, su tali percezioni o emozioni primarie ognuno costruisce la propria realtà.
Saper applicare tecniche evolute di gestione delle emozioni può essere utile non soltanto per il contesto accademico ma soprattutto per la propria vita. Le quattro percezioni o emozioni di base sono: la paura, il piacere, il dolore e la rabbia.
L' ANSIA DA ESAME UNIVERSITARIO
Oggi si analizza e si offre una tra le soluzioni ad un problema: l’ansia da esame universitario. Essa è la naturale risposta di attivazione del soggetto a una sensazione di minaccia, una risposta fisiologica che ha le proprie origini nell’emozione che il Professore Giorgio Nardone definisce come quella che “viene prima e dopo di tutto e, per tal motivo, necessita di un’attenzione particolare”: la paura.
L’ansia da esame universitario può essere considerata il prototipo di una tipologia di paura: quella di esporsi in pubblico. La peggiore fantasia è la tecnica strategica d’elezione per l’ansia da esame, da interrogazione e più in generale per l’ansia da esposizione sociale.[1]
La tecnica della peggiore fantasia
Lo student coach chiede allo studente ogni giorno di mettere in pratica tale tecnica elettiva per la maggior parte delle paure: “Vorrei che ogni giorno, da qui a quando ci rivedremo, prima o dopo pranzo, ritagli mezz’ora di tempo per eseguire un compito. Vorrei che si mettesse comodo in una stanza dove nessuno la disturberà, prendesse una sveglia e la puntasse a mezz’ora più tardi. E in quella mezz’ora dovrà sforzarsi di portare alla mente volontariamente e deliberatamente tutte le peggiori fantasie rispetto alle sue paure: si immagini di parlare davanti a un gruppo di colleghi o a una conferenza, di bloccarsi, di arrossire, che tutti ridano di lei e della sua incapacità, e così via. Per tutta la mezz’ora deve cercare di immaginare concretamente tutte le situazioni per lei più ansiogene rispetto al suo problema. Quando suona la sveglia – STOP – finisce tutto. Stacca la sveglia e riprende la sua usuale giornata”.
La tecnica consiste nel rendere volontario un sintomo che è per sua natura spontaneo; infatti, tanto più lo studente ricerca volontariamente tale sintomo tanto meno ci riuscirà, dando luogo al così detto effetto paradosso, innescando effetti che il più delle volte sono divertenti. Evocare le peggiori fantasie si traduce in scenari improbabili rendendo la reale situazione d’esame più sostenibile: lo studente, in tal modo, ridimensiona i propri timori o si rende conto che affrontare l’interrogazione non è così impossibile.
Affinché la tecnica possa generare durante il viaggio gli effetti desiderati è importante che venga applicata soltanto dopo che sia stata prescritta dallo student coach al quale ci si è affidati. La tecnica deve essere riprodotta dal cliente mezz’ora al giorno per almeno due settimane, e deve essere comunicata dal coach in modo chiaro ed altamente suggestivo.
L’obiettivo è quello di evocare volontariamente ciò che spaventa per annullarlo in modo paradossale e lo stratagemma utilizzato è quello dello “spegnere il fuoco aggiungendo la legna”.
In questo modo la paura non viene cancellata ma indirizzata verso il cambiamento fino a trasformarsi in coraggio.
Questo rappresenta il primo step per far sì che la persona possa gestire in modo efficace le proprie paure, in modo tale da poter poi essere guidata ad una fase successiva dell’intervento.
Lo Student Coaching Strategico come soluzione
Interventi mirati di student coaching strategico o di psicoterapia breve strategica elevano la qualità della vita dello studente, intesa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “la percezione che gli individui hanno della loro posizione nella vita nel contesto della cultura e dei sistemi di valori in cui vivono e in relazione ai loro obiettivi, aspettative, standard e preoccupazioni”, ristrutturandone le percezioni.
È proprio il coach (in ambito performativo o organizzativo) o lo psicoterapeuta (in ambito clinico) che ha il compito di orientare la persona affinché possa trasformare la paura da nemica ad amica.
Come avevano inciso gli antichi sumeri su una tavola: “La paura guardata in faccia si trasforma in coraggio. La paura evitata diventa timor panico”.
Dr. Emmanuel Pagano
Economista & Coach
[1] Tale tecnica fu inventata da Wiktor Frankl col termine di “intenzione paradossale” e fu successivamente sviluppata dalla scuola di Palo Alto negli anni Sessanta e Settanta.
Bibliografia e sitografia
Bartoletti, Alessandro, Lo studente strategico. Come risolvere rapidamente i problemi di studio, Milano, Ponte alle Grazie, 2013.
Kahneman, Daniel, Thinking, Fast and Slow, U.K., Penguin Books, 2011.
Nardone, Giorgio, La nobile arte della persuasione. La magia delle parole e dei gesti, Milano, Ponte alle Grazie, 2015.
Nardone, Giorgio, La paura delle decisioni. Come costruire il coraggio di scegliere per sé e per gli altri, Milano, Ponte alle Grazie, 2015.
Nardone, Giorgio – Milanese, Roberta, Il cambiamento strategico. Come far cambiare alle persone il loro sentire e il loro agire, Milano, Ponte alle Grazie, 2018.
Nardone, Giorgio – Tani, Simone, Psicoeconomia: gestire fallimenti, realizzare successi, Milano, Garzanti, 2017.
Milanese, Roberta – Mordazzi, Paolo, Coaching strategico. Trasformare i limiti in risorse, Milano, Ponte alle Grazie, 2007.
Thaler, Richard H. - Sunstein, Cass R., Nudge. Improving Decision About Health, Wealth and Happiness, London, Penguin Books, 2008.
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